La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
espugnato; pur, questa volta, non era bisogno di pane; era un altro bisogno, non meno forse imperioso, quello di un viso non suo. Chè lui serrava una voglia
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sciame di servi che ha nome umanità, senza desìo di amici, nè di nemici paura, senza il puerile bisogno di fabbricarmi menzogne per crederle, vivevo in
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apprendesse la felice fortuna, il bisogno il soddisfacimento, l'Anarchia lo Stato, mentre la non mai zitta incontentabilità nutrìa il progresso
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
asciugàrono, senza bisogno di mànica, i luciconi; parve perfino le si stenebrasse la via. E giù, attraverso la selva, gli ostàcoli oltrepassando, che le
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abitùdine lunga fà dello stesso servire un bisogno. Naque, allora, un bisbiglio, che propagàndosi divenne grido: la divisione, la divisione! - E la
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
non potrèi che farmi accoppare. Troppo mi sento ignorante ... di una ignoranza a cui non c'è menda. Il mio braccio ha bisogno di testa. Ecco la testa